Siamo finalmente arrivati a Belgrado, capitale della Serbia.

Nella mattinata è prevista una visita guidata, principalmente in pullman, cosa ottima visto che la città è molto grande e in teritorio collinare, le attrazioni sono abbastanza distanti tra di loro, il trasporto pubblico non è ottimale e sopratutto il tempo a disposizione è molto poco.

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Porta della fortezza – Photo Credit: Andrea Gigliotti

La prima tappa è la fortezza/parco di Kalemegdan, collocata in cima ad una collina, polmone verde della città, dove sono presenti campi da basket e da tennis, sport diventato molto popolare grazie alle prodezze di Novak Djokovic. Le principali attrattive della fortezza sono le mura, alcuni mezzi militari utilizzati dalla II Guera Mondiale in avanti e la Statua del Vincitore, realizzata e collocata nel centro di Belgrado per festeggiare la vittoria nella I Guerra Mondiale e poi spostata in cima alla collina perchè le nudità del vincitore avevano causato un forte scandalo.

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Mura della fortezza – Photo Credit: Andrea Gigliotti
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Statua del Vincitore – Photo Credi: Andrea Gigliotti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Nuovo ponte sulla Sava – Photo Credit: Andrea Gigliotti

Di sicuro interesse è la vista che si può avere sulla città. Nello skyline spicca il Nuovo Ponte sulla Sava, il ponte con un solo pilone più lungo al mondo, da molti ritenuto motivo di orgoglio per la nazione e simbolo di rinascita per la Serbia, mentre per altri un grande spreco di denaro pubblico.

 

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Parlamento – Photo Credit: Andrea Gigliotti

Uscendo dalla fortezza, siamo saliti sul pullman per una visita molto rapida della città. Le due cose che catturano l’attenzione sono alcuni edifici che portano ancora i segni dei bombardamenti della guerra di vent’anni fa e l’interesse della guida nel mostrare le ambasciate dei più importanti paesi, come a voler dimostrare la ritrovata armonia diplomatica della Serbia con il resto del mondo. Invece, passando davanti al Parlamento serbo, catturano l’attenzione le innumerevoli foto delle persone scomparse, circa 1300, nel corso della guerra contro il Kosovo, a simboleggiare che anche la popolazione serba (oltre a quella kosovara) è stata vittima del conflitto a causa dell’intervento dei paesi del mondo occidentale.

 

Come avrete già notato, sono molte le contraddizioni che esistono in Serbia. Non c’è da stupirsi però di tutto questo. In questa nazione è comune trovare persone con idee completamente opposte in fatto di politica estera ed interna, economia, situazione sociale e futuro della nazione.

Dopo la fortezza di Kalemegdan, altra tappa obbligatoria a Belgrado è il Tempio di San Sava. Questa chiesa può essere definita la “Sagrada Familia” dei cristiani ortodossi. La parte esterna infatti è praticamente completata, mentre per l’interno ci vorranno ancora degli anni. Una delle parti che sta rallentando di molto i lavori è l’interno della cupola che prevede un gigantesco mosaico. Come da prassi, ci sono serbi convinti che il tempio verrà concluso tra poco più di un anno ed altri che credono che l’opera resterà per sempre incompiuta. La cripta del tempio invece è stata completata ed il risultato, come potete vedere nella foto, è eccellente.

 

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Tempio di San Sava – Photo Credit: Andrea Gigliotti
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Cripta del Tempio – Photo Credit: Andrea Gigliotti

 

 

 

 

 

 

 

Dopo aver avuto circa trenta minuti a disposizione nel centro di Belgrado, risaliamo sul pullman per andare nel piccolo paesino di Jarak dove è previsto il pranzo. In questo caso sono rimasto deluso da Giver per l’organizzazione di questa escursione. Ci era stato detto che ci sarebbe voluta circa un’ora e trenta tra andata e ritorno, in realtà ci è voluto quasi il doppio. Doveva essere un pranzo tipico, da un signore che ci avrebbe accolto nella propria casa, secondo le usanze locali ,come se noi fossimo dei parenti. La mia impressione invece, è che si trattasse di una classica trovata per turisti, la casa in realtà era un ristorante, i suonatori di musica folk conoscevano perfettamente tutte le musiche napoletane, gli articoli in pizzo fatti a mano costavano il triplo rispetto a Donji Milanovac. Sicuramente abbiamo mangiato bene e ci siamo divertiti, ma purtroppo siamo tornati a Belgrado alle cinque del pomeriggio e di tempo per vedere la città in libertà ne era rimasto veramente poco. Col senno di poi saremmo di gran lunga rimasti a girare Belgrado in autonomia.

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Statua Mihailo III – Photo Credit: Andrea Gigliotti

 

 

In ogni caso non ci siamo fatti scoraggiare ed abbiamo sfruttato le poche ore rimaste a disposizione per fare una piacevolissima passeggiata da piazza della Repbblica, dove svetta la statua dedicata al principe Mihailo III, fino al molo dove era attraccata la nave, quasi completamnete in area pedonale.

 

 

 

 

Le emozioni che ci ha regalato Belgrado non sono però ancora finite, dopo la cena infatti, a bordo erano previste una piccola sfilata di abiti di Sirogojno e uno spettacolo folkloristico dove dei bravissimi musicisti e ballerini ci hanno allietato con le loro tradizioni. Di particolare interesse è stato il mix tra melodie balcaniche e suoni arabeggianti, che normalmente sarebbero contrastanti, ma ormai non ci si fa più caso, dopo tutto siamo in Serbia.

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Sfilata di Sirogoino – Photo Credit: Andrea Gigliotti
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Spettacolo folk – Photo Credit: Andrea Gigliotti

 

 

 

 

 

 

A questo punto la nostra giornata nella capitale serba è veramente finita, non resta che ammirare le luci della città tanto che la nave salpa e ringraziare Belgrado per gli splendidi momenti che ci ha regalato.

La prossime due tappe del viaggio saranno Novi Sad e Pècs, per andare direttamente sul prossimo articolo, potete clicare qui.

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Fortezza di Kalemegdan – Photo Credit: Andrea Gigliotti
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Nuovo ponte sulla Sava – Photo Credit: Andrea Gigliotti