Kangaroo Island si può definire uno dei luoghi più belli, se non il più bello di tutta l’Australia.

A dare il nome a quest’isola fu il suo scopritore, l’esploratore britannico Matthew Flinders. Lui e la sua ciurma nel 1802, dopo un lungo periodo di navigazione, raggiunsero quest’isola e riuscirono a non morire di fame grazie alla grande presenza di canguri, da qui la scelta di chiamarla Isola dei Canguri.

Organizzare in autonomia un tour è molto complicato. Molte ditte di autonoleggio non consentono di raggiungere l’isola, in ogni caso, per prenotare il traghetto in anticipo è necessario avere il numero di targa della vettura, cosa comunque non compatibile con un’auto noleggiata. Le strade sono praticamente tutte sterrate e le indicazioni estremamente sporadiche. Le strutture alberghiere sono poche e prese d’assalto dai turisti. In ultimo, bisogna considerare che solo le guide locali conoscono bene l’isola, in particolare i pericoli che si possono trovare, i luoghi migliori dove entrare in contatto con gli animali e i modi più consoni per approcciarsi a loro. Per queste ragioni, abbiamo deciso e vi consiglio di optare per un tour organizzato.

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Il nostro gruppo – Photo Credit: Andrea Gigliotti

Il nostro giro esplorativo di due giorni a Kangaroo Island è stato organizzato dal tour operator Odysseys. Un pullman ci è venuto a prendere alla prime luci dell’alba presso l’hotel ad Adelaide e ci ha portati a Cape Jervis, dove abbiamo preso il traghetto per l’isola. Al nostro arrivo al porto di Penneshaw siamo stati accolti dalla nostra guida, Nikki Redman, persona brillante, amante della sua isola, della natura e della fotografia, proprio la guida perfetta. Al tour con noi, hanno partecipato anche tre coppie, due americane ed una svizzera, quindi abbiamo comunicato tutti in inglese. In ogni caso, sono disponibili anche guide parlanti italiano, quindi, se non conoscete bene l’inglese, vi consiglio di specificarlo in fase di prenotazione. Per godere al meglio dell’esperienza, vi consiglio di prendere parte ad un tour con un numero limitato di partecipanti, questo vi permetterà di approcciarvi meglio agli animali e di avere dei ritmi di viaggio più rapidi, oltre che di creare un’atmosfera più conviviale. Ricordatevi di portarvi un borsone col necessario per i due giorni, i mezzi a Kangaroo Island non hanno il posto per contenere ampie valigie.

Come prima cosa, Nikki ci ha portato in un luogo segreto per vedere i canguri. Questo primo incontro è stato semplicemente magnifico, vedere questi animali fantastici in piena libertà è qualcosa che ha pochi eguali.

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Canguri – Photo Credit: Andrea Gigliotti
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Canguro – Photo Credit: Andrea Gigliotti

 

 

 

 

 

 

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La famiglia dei canguri – Photo Credit: Andrea Gigliotti

Dopo aver ammirato i canguri, ci siamo diretti a Pennington Bay, un luogo che non ha nulla da invidiare alle spiagge più famose del mondo. La sabbia dorata, il mare cristallino e la sensazione di pace che si respira lo rendono un luogo unico.

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Pennington Bay – Photo Credit: Andrea Gigliotti

Dopo aver ammirato questa magnifica spiaggia, ci siamo recati all’Hanson Bay Wildlife Sanctuary per andare alla ricerca dei koala. In realtà, questi animali non sono indigeni di Kangaroo Island, furono portati su quest’isola per proteggere la specie e perchè si riteneva che questo habitat fosse estremamente adatto a loro. Purtroppo però, questo ambiente si è rivelato fin troppo idoneo alla loro proliferazione, tanto che la loro popolazione sta crescendo in maniera eccessiva e incontrollata.

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Koala – Photo Credti: Andrea Gigliotti
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Koala col suo cucciolo – Photo Credit: Andrea Gigliotti

 

 

 

 

 

 

 

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Koala – Photo Credit: Andrea Gigliotti

A questo punto, si è fatta ora di pranzo, mentre noi siamo rimasti ad ammirare i koala, la nostra guida ha preparato il pasto in uno dei campi attrezzati che il tour operator ha predisposto nell’isola.

Terminato il pranzo, siamo ripartiti alla volta di Seal Bay, una spiaggia protetta, interamente dedicata alle otarie, che possono vivere indisturbate, con l’uomo che si presenta solo in rapide e sporadiche visite.

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Cucciolo di otaria – Photo Credit: Andrea Gigliotti
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Otarie – Photo Credit: Andrea Gigliotti

 

 

 

 

 

 

 

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Otaria – Photo Credit: Andrea Gigliotti

Una delle cose importanti che tengo a rimarcare è che l’isola, oltre a essere un luogo magnifico, può essere anche pericoloso, va quindi affrontata con le dovute precauzioni.

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Serpente nero tigre – Photo Credit: Andrea Gigliotti
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Rosenberg’s goanna – Photo Credit: Andrea Gigliotti

 

 

 

 

 

 

Per la notte, abbiamo soggiornato in un piccolo albergo non lontano da Kingscote, dal momento che non vi era nulla nelle immediate vicinanze, abbiamo cenato nel buon ristorante dell’hotel.

Il secondo giorno ci siamo diretti al Flinders Chase Park, questa zona dell’isola offre due attrazioni. La prima è l’Admirals Arch, un tunnel scavato dal mare nella roccia. La seconda attrazione sta nei leoni di mare, che popolano numerosi le scogliere e l’oceano circostante.

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Admirals Arch – Photo Credit: Andrea Gigliotti
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Leoni di mare – Photo Credit: Andrea Gigliotti

 

 

 

 

 

 

A breve distanza, si trovano le Remarkable Rocks, una serie di formazioni rocciose di origine vulcanica dalle forme e dai colori incredibili.

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Remarkable Rocks – Photo Credit: Andrea Gigliotti
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Remarkable Rocks – Photo Credit: Andrea Gigliotti
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Passaggio per Stokes Bay – Photo Credit: Andrea Gigliotti

 

 

 

 

 

 

L’ultimo luogo che abbiamo visitato prima di intraprendere il viaggio di ritorno verso Adelaide è stato Stokes Bay, una spiaggia nascosta raggiungibile solo dopo aver percorso uno stretto passaggio tra le rocce.

A questo punto il tour di Kangaroo Island è terminato, Nikki ci ha riportato a Penneshaw dove abbiamo preso il battello per Cape Jervis e poi il pullman fino ad Adelaide, dove siamo arrivati in tarda serata.

Nel complesso è stata una magnifica esperienza che consiglio a chiunque voglia vedere da ficino la splendida natura dell’Australia.

Il prossimo articolo sarà dedicato al Ghan, il treno che taglia in due l’Australia, vi aspetto come sempre numerosi!