La prima tappa del nostro viaggio negli USA è Boston, la Capitale del Massachusetts.
Oltre al taxi e al bus Logan Express, per raggiungere il centro cittadino, si può prendere il bus gratuito (Silver Line), che arriva alla South Station, da lì, grazie all’efficiente metropolitana, si può giungere rapidmente nelle varie parti della città.

Per la nostra permanenza di tre giorni, abbiamo optato per il Boston Park Plaza Hotel, hotel di fascia medio-alta, ma relativamente economico per gli standard della città, collocato a due passi dalla fermata della metro di Arlington e dal Boston Public Garden.
Arrivando nel tardo pomeriggio, l’unica cosa fattibilie, visto l’orario e la stanchezza per il viaggio, è andare a cena. Il Legal Sea Food, ristorante vicinissimo all’hotel e specializzato in pesce, dato il rapporto-qualità prezzo, si è rivelato un’ottima scelta . Nella foto, in primo piano, potete vedere la celebre aragosta del Maine, mentre sullo sfondo, un piatto di Fish & Chips dalle dimensioni decisamente notevoli.
Il giorno seguente, dopo una lauta colazione da Starbucks, ci siamo subito recati al Public Garden, polmone verde della città, dove è molto facile imbattersi nei numerosi scoiattoli e anatre che abitano nel parco.

Adiacente al Public Garden è collocato il Boston Common, parco di grande importanza storica per la città, utilizzato come punto di ritrovo per i soldati impiegati nella Guerra d’Indipendenza. Alla sommità del Boston Common, sorge la Massachusetts State House, sede del Governo dello Stato, facilmente riconoscibile dall’imponente cupola dorata. Da qui comincia il nostro tour sulla Freedom Trail, il percorso che porta il visitatore a toccare i più importanti luoghi legati alla rivoluzione Americana.


Subito dopo aver imboccato Tremont St., si arriva al Granary Burying Ground, un piccolo cimitero che ospita le tombe di alcune delle figure più importanti della rivoluzione americana, come ad esempio Paul Revere e John Hancock. L’ingresso è gratuito, ma se volete lasciare una cifra simbolica di 1-2$, vi verrà consegnata una piccola guida che vi indicherà dove trovare le tombe più importanti.
Proseguendo lungo il Freedom Trail, si arriva prima alla Boston’s Old City Hall, poi alla Old South Meeting House, luogo dove nacque l’idea del Tea Party, il primo passo verso l’indipendenza dal Regno Unito e infine alla Old State House, l’edificio più antico della città, dove venne letta la dichiarazione d’indipendenza.


Per un’amante del basket come me, si è resa fondamentale una piccola deviazione per arrivare alla Statua di Bill Russell, che oltre ad essere una leggenda dell’NBA si è anche distinto per la lotta contro la discriminazione razziale.

L’ultima attrazione della zona è il Bostonian Society Museum Shop. A questo punto non resta che armarsi di tanta forza di volontà per percorrere il lungo tragitto a piedi per andare alla scoperta del North End, quartiere caratterizzato dalla presenza di piccole viuzze ed edifici con mattoni a vista di massimo due piani. Se doveste avere già nostalgia di casa, potete trovare consolazione in uno dei numerosissimi ristoranti italiani che in questa zona, la “Little Italy” di Boston, abbondano. In questo quartiere, potete ammirare la Paul Revere House e la Paul Revere Statue. Paul Revere è una delle figure di spicco della rivoluzione americana, reso celebre dalla marcia per avvisare i coloni insorti dell’imminente attacco dell’esercito inglese.
Dopo una lunga passeggiata sulla costa, si arriva al TD Garden, uno dei templi dello sport a stelle e strisce, casa dei Celtics, squadra di basket e dei Bruins, team di hockey. La struttura è visitabile acquistando un biglietto che comprende un tour guidato, che oltre al terreno di gioco e agli spalti, porta a visitare tutte le teche sparse per l’edificio, contenenti i cimeli sportivi di tutte le squadre di Boston. Purtroppo, durante la stagione estiva, non resta praticamente nulla di riconducibile al mondo del basket o dell’hockey e la guida non si sforza minimamente di correggere il suo forte slang. Per questo motivo consiglio questa visita solo alle persone fortemente interessate.

La giornata è terminata con la cena al Paramount, locale consigliato dalla guida. Purtroppo però, i tavoli molto ravvicinati, l’elevata presenza di persone chiassose, la luce praticamente inesistente ed il cibo di qualità non eccelsa, hanno reso questa nostra esperienza assai negativa.

Il giorno successivo è stato in buona parte dedicato alla cultura e alla scienza. Con la metro (linea rossa) si arriva proprio a due passi da una delle più famose università al mondo, Harvard. Se avete a disposizione qualche ora, la soluzione più interessante è affidarsi ad una visita guidata, che vi porterà ad esplorare il campus. Se invece il tempo è tiranno, potete comunque girare liberamente per il college e per i musei che ospita.

Riprendendo la metro in senso contrario (fermata Kendall), si arriva al Massachusetts Institute of Technology (MIT), una delle eccellenze in campo scientifico a livello mondiale. Come Harvard, questo campus dall’aspetto decisamente più futuristico, può essere visitato attraverso uno dei numerosi tour guidati gratuiti offerti dagli studenti.
Un’altra zona di Boston molto suggestiva è il quartiere di Back Bay. In Copley Sq. sorgono due edifici di grande importanza per la città. La Boston Public Library è stata la prima biblioteca pubblica gratuita di tutti gli Stati Uniti ed è completamente visitabile. Dalla parte opposta della piazza, si trova la Trinity Church, chiesa neoromanica costruita nel 1700. Particolarmente suggestivo è il contrasto con i maestosi grattacieli sullo sfondo.


Proseguendo su Huntington Ave. si arriva alla Reflection Pool, specchio d’acqua sul quale si riflette la suggestiva Chieda di Cristo Scienziato.
La nostra visita di Boston si conclude con un’ottima cena da Cheers, ottimo pub a tema sportivo, collocato in Beacon St., dalla parte opposta del Boston Public Garden rispetto al nostro albergo.
Il mattino seguente, abbiamo raggiunto la South Station per prendere il pullman destinazione New York City, la seconda tappa del nostro viaggio nel nord-est degli Stati Uniti d’America.
Se volete un altro punto di vista sul nostro viaggio, potete leggere il post che ha scritto Irene, qui.